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Egisto Corradi

LA RITIRATA

DI RUSSIA

COLLANA IL MONDO NUOVO

VOLUME 69

16 TAVOLE FUORI TESTO

LONGANESI & C.

MILANO

Maggio 1964

Copertina rigida tutta tela con sovraccoperta illustrata, legatura editoriale, pagine 242 + 10, formato cm. 12,5X19.

Stato di conservazione: eccellente come mostrano le fotografie

Nel marzo del 1943 i resti di quella che era l’ARMIR vengono rimpatriati e si fanno i primi conti delle perdite. La forza complessiva presente all’inizio della offensiva russa era di 220.000 uomini e, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore, mancavano all’appello 84.830 uomini. Oggi, dopo approfondite indagini presso ciascun Comune e ciascun Distretto Militare, da parte dell’Ufficio dell’Albo d’Oro – Sezione del Ministero della Difesa che funziona da anagrafe di tutti i militari – il numero degli italiani che non hanno fatto ritorno dal fronte russo è di circa 100.000. Tenuto conto che 5.000 erano caduti per i fatti d’arme antecedenti il 15 dicembre, le perdite della ritirata sono di 95.000 uomini. Secondo i dati più recenti , desunti dalla documentazione esistente negli archivi russi, finalmente aperti ai ricercatori italiani, 25.000 sono morti combattenti o di stenti durante la ritirata e 70.000 sono stati fatti prigionieri. Questi prigionieri furono costretti a marciare per centinaia di chilometri e poi a viaggiare su carri bestiame per settimane, in condizioni allucinanti, senza mangiare, senza poter riposare la notte, con temperature siberiane. Coloro che riuscirono a raggiungere i lager di smistamento – improvvisati, disorganizzati, con condizioni igieniche medioevali – erano talmente denutriti e debilitati che le epidemie di tifo e dissenteria ne falciarono ben presto la maggio parte. Siamo in possesso dei nominativi degli italiani deceduti nei lager, quasi tutti nei primi mesi del 1943.

Solo nel 1945 ed in parte nel 1946, 10.000 sopravvissuti furono restituiti dall’Unione Sovietica. Dalla documentazione russa risulta la presenza di italiani in circa 400 diversi lager, quelli più tristemente famosi sono quelli di Tambob – dove morirono circa 10.000 italiani – quelli di Miciurinsk. Khrinovoje, di Tiomnikov.

Tratto dal sito

Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia

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LA RITIRATA DI RUSSIA, Egisto Corradi, 1964.

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